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Quo vadis, Italia?

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Bla, bla, bla … diretta dagli scranni del Parlamento.

Quo vadis, Italia?
Una ‘carnevalata’ infinita quella che si sta consumando per le presidenziali. Un piangersi addosso dopo che il latte (della politica) è stato versato inutilmente e a sproposito. Quasi non si sapesse che la data della scadenza era fissata dal giorno del giuramento alla Repubblica del Presidente neo eletto. Che forse ci si aspettava che i sette anni del suo mandato fossero quattordici? O che infine si arrivasse a clonare un presidente che è riuscito a dare al paese un po’ di quella stabilità di cui necessita? No, i cialtroni, si sono lasciati prendere alla sprovvista, e adesso vanno elencando nomi alla rinfusa pur di dimostrare al paese di aver ‘sudato sette camicie’ nel formare una classe dirigente provvista delle ‘palle’ necessarie a governare una nazione come la nostra. Shhhh, che nemmeno un Machiavelli, e/o un Pico della Mirandola riuscirebbe a fare, già solo a ricordare tutti i nomi (divisori) e i nomignoli (dividendi) assurdi che si sono dati. Che dico, neppure Platone e Aristotele avrebbero mai appellato a ‘Repubblica’ un governatorato monco-tronco-sbilenco come quello attuale. Non basterebbero ‘7 draghi d’oro’ a dare una sterzata a questo nostro parlamento e mettere in fila (ordinata) tutti quei bamboccioni che si passano le carte come le figurine dei calciatori. Potremmo sempre farcene prestare qualcuno dalla Cina, visto che loro ne sfornano a migliaia per le strade e nei cieli ad ogni Carnevale, chissà, magari potrebbero svegliarli con delle ‘castagnole-bombe’ e farli saltare tutti in aria dalla paura e prenderli tutti a calci nel sedere.
Sta di fatto che non si riesce a trovarne uno, e dico ‘uno’ di numero, che voglia impegnarsi (mettere la faccia), in questa nostra politica da baraccone. Uno che abbia davvero il carisma e la stazza del vero leader. Dove sono finiti tutti quelli che nel recente passato hanno riempito i talk-show televisivi spadroneggiando la Costituzione come detentori del ‘verbo’ (politichese), spesso decretando di avere in tasca certe capacità (spesso fumose) di grandi statisti? Siamo pieni, che dico, stracolmi, di giornalisti cialtroni, opinionisti confusi, specialisti del nulla, che, non solo sbagliano i congiuntivi, bensì non sanno mettere in fila frasi per un discorso fattivo, sdilinquendosi in parole su parole (paroloni) che non hanno niente di costruttivo: siamo in ritardo, dovevamo, avremmo dovuto, abbisogniamo, (italiano orrendo) per voler dire che hanno bisogno che qualcuno imbecchi loro le parole mancanti del loro discorso senza costrutto.
Non ci siamo Italia, ma allora dobbiamo chiederci davvero dove stiamo andando, o forse dove pensiamo di andare in Europa e nel Mondo globalizzato senza prima esserci muniti di un salvacondotto, abbandonando il vicolo cieco (accecato dalla sete di potere) dove ci siamo cacciati; se non ci mettiamo sulla retta via e guardiamo avanti per ridisegnare un futuro possibile, abbandonando tutti i bla, bla, bla del caso, che altro non fanno che annebbiare ulteriormente le menti, soprattutto quelle dei giovani che, giustamente, sollevano la loro indignazione.

Siamo alle strette, e come se non bastasse giocherelliamo con le figurine sperando che esca quella vincente. Quo vadis italiani?

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